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“Più in alto delle nuvole”, l’impresa di Géo Chávez raccontata da Fredo Valla e Giorgio Conte.

  • Writer: Carlo Colombo
    Carlo Colombo
  • Mar 25, 2021
  • 3 min read

Updated: Mar 29, 2021

Il documentario di Fredo Valla racconta l’impresa di Géo Chávez, giovane aviatore peruviano che tentò per primo la traversata delle Alpi.

Il film, uscito nel 2016, è una fiaba che unisce diversi generi narrativi, con testimonianze di esperti, filmati d’archivio, documentazione storica e animazioni. Un racconto per immagini, di un’ora circa, in bilico tra mito e realtà, tra l’impresa gloriosa e la grande macchina impassibile della storia. Vuole ricordarci che l’eredità dei pionieri e dei sognatori non si brucia nel breve spazio della loro vita. Sullo sfondo, la voce e la musica di Giorgio Conte con la sua ballata “Géo”, che si conclude con questi versi...

L’impresa è compiuta, è laggiù l’atterraggio.

Atterra Géo… erba, erba e non ghiaccio.

La pista è vicina, saluta, saluta col braccio.

Vieni Géo, scendi dal cielo.

Adesso il tuo volo comincia davvero!



Ecco la vicenda del giovane aviatore.

Jorge Antonio Chávez Dartnell, conosciuto come Géo Chávez, nasce a Parigi il 13 giugno del 1887 da genitori peruviani: il facoltoso banchiere Manuel Chávez Moreyra e María Rosa Dartnell y Guisse, emigrati in Francia nel 1884 a causa della Guerra del Pacifico. Studia ingegneria alla "École Violet" di Parigi, diplomandosi nel 1909, e l’anno dopo ottiene il brevetto di pilota alla scuola di aviazione fondata dai fratelli Henri e Maurice Farman.

Chávez effettua il primo volo agli inizi del febbraio del 1910. Nell’estate dello stesso anno il “Touring Club Italiano”, in collaborazione con “Il Corriere della Sera”, aristocratici e imprenditori lombardi, propone una sfida internazionale per compiere la trasvolata delle Alpi. La competizione prevede che i partecipanti, partendo dalla cittadina svizzera di Briga, arrivino a Milano, trasvolando il passo del Sempione, Domodossola, Stresa e Varese. I partecipanti devono atterrare a Milano-Taliedo entro 24 ore dalla partenza. Il premio in palio, 100.000 lire, è da dividere tra i primi tre classificati. Chávez è il primo ad iscriversi alla competizione e rimane anche l’unico dei nove concorrenti iniziali.

Nel frattempo, la “libellula peruviana”, supera il record mondiale di altitudine raggiungendo i 1.643 metri. L’impresa avviene nei cieli di Blackpool in Inghilterra. Poche settimane dopo Chávez stabilisce un nuovo primato mondiale, toccando l’incredibile quota di 2.652 metri. La nuova avventura ebbe luogo nei cieli sopra Parigi. La trasvolata delle Alpi sembrava, dunque, alla portata di Chávez e del suo Blériot XI, velivolo noto per aver sorvolato il canale della Manica pochi mesi prima. La libellula peruviana, sicura di poter passare indenne il passo del Sempione posto poco oltre i 2000 metri di quota, si preparò per la trasvolata delle Alpi. Le cattive condizioni atmosferiche trovate in quota, fecero fallire il primo tentativo il 19 settembre. Chávez raccontò che l’ascensione fu tranquilla sino a circa 2.200 metri, quando incontrò forti turbolenze che fecero vibrare violentemente l’aereo.

Finalmente il 23 settembre le condizioni atmosferiche migliorarono e Géo partì alle 13.29 per compiere l’impresa. Unico dei 5 piloti ammessi alla trasvolata, Chávez attraversò le gole di Gondo prima di scendere a Domodossola. Purtroppo l’avventura terminò tragicamente 45 minuti dopo il decollo. In fase di atterraggio, a circa 20 metri di altezza, l’aereo precipitò di punta per l’improvviso cedimento della struttura alare. Ricordiamoci che gli aerei all’epoca erano fuscelli fatti di tela e di assi, tenuti insieme dalle corde di pianoforte. Trasportato immediatamente all’ospedale, il pilota peruviano morirà quattro giorni dopo, in circostanze mai chiarite, pronunciando la frase “Arriba, siempre arriba”, “In alto, sempre più in alto”.

I funerali avvennero il 29 settembre, vi presero parte anche piloti e commissari di gara che stavano partecipando al “Circuito Aereo Internazionale di Milano”, manifestazione aviatoria nella quale volava anche il nostro Géo. Proprio allo scopo di aumentare il richiamo per il pubblico a questa manifestazione, ironia della sorte, era stata abbinata un’audacissima prova di volo, la “Traversata delle Alpi” con un premio supplementare pari a 100.000 lire.

Domodossola gli ha dedicato una piazza dove vi è un monumento inaugurato nel 1925 e un piccolo museo. Il 23 settembre in Perù si celebra il giorno nazionale dell’aviazione e a Chávez è intitolato l’aeroporto internazionale di Lima.

Giovanni Pascoli gli dedicò un’ode, che si conclude con queste parole: “Cade, con la sua grande anima sola sempre salendo. Ed ora sì, che vola!”.

Chávez aveva solo ventitré 23 anni, il suo crepuscolo e quello di tanti giovani appassionati al volo, avrebbe aperto nuovi orizzonti a chi voleva scrivere una nuova grammatica dell’aria.





 
 
 

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