"La metamorfosi" di Franz Kafka. Una doppia metafora.
- Carlo Colombo
- May 21, 2021
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"Che sensazione si proverebbe a risvegliarsi trasformati in un insetto?”.
Partendo da questa domanda un po’ stramba, Kafka nel 1912 si mette a scrivere il racconto “La metamorfosi”, edito nel 1915. Durante il periodo liceale avevo letto questo libro e l’ho ripreso in questi giorni, grazie ad una vecchia edizione del 1934 di Vallecchi Editore, con la traduzione di Rodolfo Paoli. Vediamo insieme la trama.

Gregor Samsa è un commesso viaggiatore di tessuti, preciso e metodico, che si risveglia un mattino, nelle fattezze di un enorme insetto immondo. In un primo momento, crede che si tratti solo di un brutto sogno. Guardando la sveglia che ticchettava sull’armadio, si accorge d'aver dormito troppo e che, se non si sbriga subito, perderà il prossimo treno e dovrà dare spiegazioni del suo ritardo al capo. Per lui sarebbe la prima volta in cinque anni! La madre si accorge che il figlio è ancora a letto, bussa alla porta chiusa a chiave, preoccupata e chiede spiegazioni, pensando che sia malato. Gregor cerca di tranquillizzarla, assicurandole che sarebbe uscito per prendere almeno il treno delle sette. Si rende conto però che la sua voce è cambiata. Anche la sorella Grete gli sussurra attraverso la porta pregandolo di aprire. A questo punto, tutti i componenti della famiglia iniziano seriamente a pensare che lui sia davvero malato.
Gregor intanto sta cercando di alzarsi dal letto, ma gli risulta del tutto impossibile con il suo nuovo corpo tozzo e pesante, dalle piccole zampine. Mentre sta provando a spostarsi s'accorge che il suo capo-ufficio, il procuratore, è appena arrivato nell’appartamento, determinato a capire il motivo dell'assenza ingiustificata del suo sottoposto alla partenza del treno delle cinque.
Nella sua nuova situazione, Gregor è in grande difficoltà nei movimenti e dopo esser finalmente riuscito, con immani sforzi, a rotolare col corpo a terra, per l'ennesima volta ripete a tutti che presto aprirà la porta. Il procuratore spazientito lo avverte delle conseguenze se persevera con quest'atteggiamento, fino a minacciarlo di licenziamento: aggiunge, inoltre, che i risultati da lui conseguiti negli ultimi tempi sono stati del tutto insoddisfacenti.
Gregor non è d'accordo e prova a rispondere, ma oramai nessuno può comprendere una sola parola di quello che sta dicendo. Riesce, infine, a sbloccare il chiavistello della porta con la bocca. L'uscio si schiude, facendo fuggire l'inorridito ospite e lasciando impietriti i familiari. La madre di Gregor sviene, mentre il padre lo ricaccia dentro la camera agitando il bastone lasciato dal procuratore, un giornale piegato e pestando i piedi per terra in modo da spaventarlo.
Gregor è addolorato, il padre richiude la porta a chiave. La vista di ciò che Gregor è diventato ha scatenato reazioni d'orrore. Sfinito, Gregor si addormenta.
Risvegliatosi, il giovane vede che qualcuno gli ha lasciato una scodella piena di latte fresco con dei pezzettini di pane bianco. Si rende però conto che la sua bevanda preferita ora lo disgusta. Decide di stabilirsi sotto il divano. La mattina dopo la sorella, vedendo che non ha toccato il latte, lo sostituisce con avanzi di cibo avariato, che Gregor mangia con gusto.
Da questo momento in poi inizia una routine in cui la sorella lo nutre e pulisce la stanza, mentre Gregor rimane nascosto sotto al divano per non spaventarla.
A Gregor non rimane che passar il suo tempo ad ascoltare attraverso il muro i discorsi dei familiari. Spesso questi discutono della difficile situazione finanziaria in cui improvvisamente si sono venuti a trovare, ora che Gregor non baderà più a loro. Prima era in grado di coprire le spese dell’intera famiglia. La giovane sorellina Grete di diciassette anni non potrà più iscriversi al Conservatorio.
Più il tempo passa e più Gregor pare trovarsi a proprio agio dentro al suo nuovo corpo, inizia a scalare le pareti e correre sul soffitto con gioia. Scoperto il nuovo passatempo del fratello, Grete decide di portar via alcuni mobili così da lasciargli più spazio. Cercando però di non far portar via un quadro appeso al muro, Gregor vi si posa sopra appiccandosi al vetro. Quando si accorge della sua presenza così appiccicato al quadro, la madre sviene. Corre fuori dalla stanza fino in cucina, dove il padre appena tornato dal suo nuovo impiego, lo vede e gli lancia delle mele rosse, piccole e dure, una delle quali si conficca nella sua schiena a forma di corazza. Gregor è ora gravemente ferito e i suoi movimenti diventano difficili e dolorosi. Dopo un mese, guarisce ma rimane minato nel fisico, i suoi movimenti diventano lenti e non riesce più ad arrampicarsi. Questa sua nuova condizione di invalido, gli sembra pienamente compensata dal fatto che la sera gli viene lasciata aperta la porta della sua camera e può vedere e ascoltare la famiglia.
Nel frattempo, la madre si è messa a cucire biancheria fine per un negozio di moda e la sorella ha trovato impiego come commessa, e la sera impara stenografia e francese con l’idea di trovare un posto migliore. Il padre ha trovato un posto da commesso in una banca.
Una sera viene lasciata aperta per errore la porta della camera di Gregor, mentre Grete in soggiorno sta suonando il violino per i genitori e i tre pensionanti che hanno dovuto accogliere in casa per aumentare le entrate. Gregor ascoltandola, ne rimane fortemente impressionato. Subito dopo viene però scoperto ed il padre cerca di ricacciarlo indietro. I tre inquilini annunciano che se ne sarebbero andati, ma senza pagare l'affitto a causa delle condizioni veramente disgustose in cui è tenuto l'appartamento.
Ma anche Grete esaurita del suo lavoro d’ufficio è ormai stanca di provvedere al fratello e Gregor resta, via via, abbandonato a se stesso. Il padre è d'accordo con la figlia sul fatto che devono sbarazzarsi di Gregor il prima possibile per evitare di finire in rovina.
Il rifiuto da parte della sua famiglia e la percezione di gravare sulle loro già scarse finanze senza poter contribuire in alcun modo, fanno piombare Gregor in uno stato di depressione tale da condurlo a rifiutare il cibo offertogli fino a giungere ad una morte lenta. La serva lo trova morto una mattina e si sbarazza di “quell’affare là”, dicendo poi, trionfante, alla famiglia che è già stato tutto fatto e che loro non devono preoccuparsi di nulla.
Il finale lascia supporre un lieto fine per la famiglia. Si rendono conto di avere tre buoni impieghi e promettenti per il futuro. Decidono di prendere un’abitazione più piccola, meno cara e meglio situata rispetto alla scelta fatta da Gregor. Infine, i genitori notano che, a dispetto delle difficoltà attraversate, la loro figliuola pare esser molto cresciuta in bellezza, e pensano che "sarebbe stato tempo fra poco di cercare per lei un buon marito".

Il racconto è una doppia metafora. Da un lato, abbiamo una denuncia dell’oppressione delle regole sociali sull’individuo. Dall’altro, l’impossibilità di comunicare tra esseri umani, in particolare nella famiglia. Kafka ebbe sempre un rapporto conflittuale con il padre.
Gregor Samsa, in cui possiamo vedere lo stesso Franz Kafka, è schiacciato dalle regole della vita borghese. Il suo lavoro di commesso viaggiatore, routinario e faticoso è, tuttavia, la fonte di sostentamento dell’intero nucleo famigliare: cosa che lo obbliga ad uno scrupoloso rispetto degli orari e doveri d’ufficio. Non a caso, quando capisce d’essersi tramutato in un ributtante scarafaggio, il primo pensiero di Gregor corre subito al ritardo accumulato. Quando poi il procuratore gli intima di aprire la porta della sua camera, minacciando il licenziamento, Gregor non bada alla reazione che potrà suscitare il suo aspetto orrido ma cerca, in ogni modo, di giustificare il proprio comportamento.
La metamorfosi in un insetto è, quindi, la forma concreta dell’alienazione di Gregor, incastrato in meccanismi che lo privano della sua identità.
Al tempo stesso, anche la famiglia è alla base dell’allegoria: Gregor è il pilastro su cui si regge il loro benessere. I rapporti di affetto e amore mutano radicalmente quando Gregor non può più assicurare alcuna forma di sostentamento, a causa della sua trasformazione. In poco tempo, egli diventa un peso insostenibile e, dopo una serie di incidenti, anche l’amata sorellina lo vede come un fastidio di cui disfarsi. In questa situazione vengono a galla tutte le tensioni latenti, come il difficile rapporto tra padre e figlio, fino al ferimento di Gregor a colpi di mela, o la situazione, che prelude alla morte del protagonista, in cui il giovane ascolta i discorsi sui problemi che ha provocato alla famiglia.
Le cause della metamorfosi non sono descritte, né indagate. La strana trasformazione è accettata da Gregor come un dato di fatto. I membri della famiglia, vale a dire il lato “normale” della vita e della società, ne sono disgustati: ma nemmeno loro si interrogano sulle cause della mutazione.
L’effetto di alienazione, di distacco che ne consegue inserisce tutta la vicenda in una dimensione surreale. In un contesto in apparenza reale e quotidiano, viene calato un elemento magico, senza darne spiegazioni razionali: la metamorfosi diventa così per Kafka la chiave di lettura dei mali dell’uomo contemporaneo.
E ad un certo punto del film, Giacomo dice: “Certo che questa è una situazione kafkiana”. “Ma precisamente questo Kafkian, chi è?” chiede Aldo. E io spero che Kafka non lo abbia udito da lassù, non avrei il coraggio di chiedergli se è felice.
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