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Imparare a disimparare. Siamo disposti a svuotare la mente?

  • Writer: Carlo Colombo
    Carlo Colombo
  • Mar 14, 2021
  • 2 min read

Updated: Mar 18, 2021

Gli analfabeti del futuro non saranno quelli che non sanno leggere o scrivere, ma quelli che non sanno imparare, disimparare, e imparare di nuovo”. (Alvin Toffler)


Un docente universitario, desideroso di scoprire il significato dello Zen, pensò di fare visita ad un Maestro. Alla domanda: “Maestro, cos’è lo Zen?”, con calma il saggio iniziò a versare del tè nella tazza dell’ospite. Quando la tazza fu colma, continuò senza scomporsi, tanto che sembrava non accorgersi che il tè stesse fuoriuscendo. Per qualche secondo il professore non disse nulla, poi imbarazzato si rivolse con deferenza al Maestro: “Guardi che la tazza è piena!”.

“Come questa tazza” disse il Maestro, “lei è ricolmo delle sue opinioni e di molte congetture. Come posso spiegarle lo Zen, se prima non svuota la mente?”.

Cosa ci vuol dire il narratore con questa metafora?


Non è solo importante imparare ad imparare ma sempre di più, imparare a disimparare. Disimparare non significa però, dimenticare: nulla nasce dal nulla. Non possiamo cancellare tutto ciò che abbiamo imparato e le esperienze vissute. Anzi, questo bagaglio è una risorsa importante per trovare soluzioni originali, vie non ancora percorse.

Si tratta di scoprire elementi nuovi, modificare quelli vecchi e stabilire nuove connessioni. Nel corso della nostra vita immagazziniamo molte informazioni, opinioni, punti di vista, pregiudizi, metodi, esperienze positive o meno. Ci portiamo sempre dietro questo bagaglio, che può diventare ingombrante e ostacolare la creatività.

Nel nostro lavoro, nella vita di tutti i giorni, notiamo che mai come oggi vale il principio “nulla è più costante del cambiamento”. Alimentare il ciclo imparare-disimparare richiede impegno, il più delle volte, però, il vero ostacolo è l’atteggiamento con cui ci avviciniamo alla conoscenza. Disimparare, per poi imparare, diventa faticoso soprattutto se non si è spinti da una profonda e spontanea fame di sapere.

Come possiamo cominciare?

Iniziamo a confrontarci con persone con una formazione diversa dalla nostra, facciamo domande, ascoltiamo le risposte, frequentiamo nuovi ambienti, dedichiamo tempo a letture, hobby che non abbiamo mai preso in considerazione. Iniziamo a fare le cose che facciamo da sempre, in modo diverso. Nulla di stravolgente, vero? Nulla di nuovo sotto il sole.

Il problema dipende dalla velocità con cui riusciamo a sbarazzarci di vecchie abitudini, piuttosto di quella con cui ne acquisiamo di nuove. A volte, basta solo iniziare da un piccolo cambiamento per vedere le cose da un’angolazione diversa. Tu, cosa ne pensi?





 
 
 

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