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Il tempo ritrovato. Un viaggio nel tempo: quarta tappa.

  • Writer: Carlo Colombo
    Carlo Colombo
  • Mar 17, 2021
  • 2 min read

Updated: Mar 18, 2021

“Voi occidentali avete l'ora. Ma non avete il tempo". (Mahatma Gandhi)


Eravamo abituati da tanti anni, forse troppi, a subire un tempo frenetico, sempre in affanno. Ora ripensando a ciò che è accaduto lo scorso anno, proprio agli inizi del coronavirus, nei primi lunghi mesi di blocco pressoché totale, avvertiamo che il nostro tempo è cambiato. È diventato, improvvisamente, libero, ampio, sospeso. Scandito dai ritmi della natura, dal semplice, eterno, lento alternarsi di luce e buio. Il rimanere a casa” ha portato con sé lo stare in contatto” costante, diretto con i nostri familiari, che prima vedevamo, o intravedevamo, di sfuggita. Ma, soprattutto, siamo rimasti molto a lungo con noi stessi.

Forse, abbiamo imparato ad osservare di più, ad ascoltare di più. Forse, abbiamo trovato anche il tempo per riflettere di più, per arrivare, per toccare da vicino le nostre emozioni. Abbiamo scoperto che, mettendo da parte i social, spegnendo il rumore mediatico, possiamo abbandonarci al libero e disordinato fluire dei nostri pensieri. Alla bellezza del monologo interiore, alla potenza, alla chiarezza, all'essenza del silenzio.


Anche lo spazio, ha subìto l'identica sorte del tempo. Lo spazio delle piazze, delle vie delle grandi città, prima denso di volti, di selfie, calpestato da passi veloci, è diventato vuoto, metafisico,come in un quadro di De Chirico. Gli spazi sociali, di aggregazione, di lavoro, dove prima eravamo tutti in costante e febbrile movimento, hanno lasciato il passo ad uno spazio unico, a volte obbligato, dove si vive un solo tipo di relazione. La nostra casa.


Anche quando possiamo uscire, a singhiozzo, dalle nostre abitazioni, non lo facciamo più da soli, perché questa nuova dimensione con cui abbiamo dovuto convivere per un certo periodo, la porteremo sempre con noi.

Questa nuova unione spaziotempo” accompagna, condiziona i ritmi, gli spostamenti della nostra giornata. Muniti di mascherina, possibilmente non indossata sotto il mento, dobbiamo mantenerci a debita distanza, gli uni dagli altri.

Per noi moderni digitali, abituati al “tutto e subito”, costretti ad aggiornare, istante dopo istante, il nostro fragile sapere. Guidati, nella confusa percezione del tempo, dal cliccare monotono e instancabile del nostro dito indice, il voler dedicare del tempo alla riflessione ci potrà aiutare. Ci aiuterà a ritrovare il nostro tempo, quello vero: il rapporto intimo, profondo con noi stessi.

Se riflettiamo, anche solo un attimo, sul movimento delle lancette del nostro orologio, ci accorgiamo banalmente che scorrono sempre alla stessa velocità. Ovvio.

Se, invece, proviamo a prendere contatto con le nostre emozioni ci accorgiamo che hanno velocità e intensità diverse, le une dalle altre. Nessuna è uguale a se stessa. Allora impariamo a seguirle più da vicino. Questo è il nostro tempo, il nostro tempo ritrovato. Continuate a viaggiare.

 
 
 

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