Ho rivisto "Ombre rosse". La diligenza dei perdenti.
- Carlo Colombo
- May 19, 2021
- 4 min read
Updated: May 21, 2021
La prima volta che ho visto “Ombre rosse”, avevo dieci anni o giù di lì, e rimasi affascinato dalla figura di Ringo, dall’inseguimento degli indiani e dall’arrivo della cavalleria che aveva messo fuori gioco gli Apache. Questo era il per me il vero western. Da un lato, l’eroe che accusato ingiustamente alla fine trionfa e dall'altro, l’immancabile squillo di tromba che annunciava l’arrivo dei nostri a cavallo. Il bene vinceva sul male. Un canovaccio semplice, ma sempre efficace e attrattivo. Dal giorno dopo, tutti noi ragazzini avevamo preso ad imitare il risvolto dei jeans alla John Wayne e a munirci di un winchester per i nostri giochi, nei ruoli di indiani e banditi.
Qualche tempo fa ho acquistato il dvd e l’ho rivisto. Rivedendolo, ho scoperto che John Ford voleva raccontarci una storia diversa. Allora, ho fatto delle ricerche.

Intanto, il titolo “Ombre rosse” credo abbia messo fuori strada un po’ tutti. Infatti, il titolo originale è “Stagecoach”, ovvero “La diligenza”. E nelle locandine, made in USA del film, troviamo alcune sottolineature che vogliono mettere in evidenza le storie degli occupanti della diligenza, e non l’eterna e scontata lotta tra bianchi e pellerossa. “A powerful story of 9 strange people” (Una storia potente di 9 sconosciuti); “Men and women on the last frontier of wickedeness!” (Uomini e donne sull’ultima frontiera della malvagità); “2 women on a desperate journey with 7 stranger men…” (2 donne in un disperato viaggio con 7 sconosciuti…”. In quest’ultimo poster vi è poi un breve sommario della trama, preceduto dal seguente titolo: “Nine oddly assorted stranger” (Nove sconosciuti stranamente assortiti). Questi riferimenti credo bastino da soli, a sottolineare il fatto che è il profilo psicologico dei personaggi ad essere al centro dell’attenzione.
Il viaggio di una diligenza, fra le cittadine di Tonto e Lordsburg, sotto la minaccia degli Apache è nello stesso tempo un’avventura nel pericolo e un itinerario di riscatto. Non c’è soltanto la spettacolarità, legata all’inseguimento più famoso e più bello della storia del cinema e all’ambientazione nei maestosi paesaggi della Monument Valley: Ford propone principi morali e sociali attraverso una storia suggestiva. Nella carrozza si contrappongono bene e male, essere ed apparire, rispettabilità e moralità. La diligenza è un microcosmo in cui convivono degli sconosciuti molto diversi tra di loro: un luogo in cui sono costretti a confrontarsi, a conoscersi meglio. Ciò consentirà a ciascuno di essi di comprendere che, in fondo, la diversità che li caratterizza è solo determinata dai diversi ruoli sociali e dalle diverse esperienze. Le traversie cui faranno fronte, infatti, porteranno i nostri personaggi ad un ricongiungimento, ad un senso di solidarietà che restituirà a ciascuno la propria umanità. La diligenza è, quindi, un espediente di grande efficacia, una metafora dei rapporti umani.
I compagni occasionali di viaggio, lontani dalla città, dalla civiltà che avanza e incombe, immessi in un contesto selvaggio, ritrovano la loro umanità e il loro vivere sociale non contagiato dall’imposizione e dal rispetto dei ruoli ad essi assegnati da una collettività ipocrita.

Il film inizia con l’arrivo di un dispaccio ad un'unità dell’esercito che comunica l'imminente pericolo degli Apache, guidati da Geronimo, sul piede di guerra. La comunicazione via telegrafo viene interrotta. Le informazioni sulla minaccia indiana sono vaghe e così una diligenza parte ugualmente da Tonto per raggiungere Lordsburg con un gruppo di passeggeri decisamente eterogenei: la prostituta Dallas, Lucy Mallory, moglie incinta di un ufficiale dell’esercito, il mite rappresentante di liquori Samuel Peacock, l’ubriacone dottor Boone, il giocatore d’azzardo Hatfield, il banchiere ladro in fuga Gatewood, Buck il cocchiere e lo sceriffo Wilcox, ai quali si unirà il fuorilegge Ringo rimasto senza cavallo. Ringo, preso in consegna dallo sceriffo, è evaso di prigione per vendicarsi sui fratelli Plummer, assassini della sua famiglia, nonché colpevoli della sua ingiusta incarcerazione con una falsa testimonianza. Il dottor Boone è stato cacciato dalla città insieme alla prostituta Dallas per il loro vivere fuori dai canoni perbenisti, ben rappresentati dal gruppetto di donne moraliste.
Inizialmente diffidenti l’un l’altro, per quella “malattia sociale che va sotto il nome di pregiudizio”, finiranno con l’imparare a collaborare e a convivere durante il parto di Lucy e l’attacco indiano. Uniti nelle difficoltà, nel confronto con il selvaggio e il pericolo della morte, rappresentato dagli indiani, arriveranno a dimenticare il proprio ruolo sociale.
Arrivati a Lordsburg, dopo la morte di Hatfield per mano degli indiani, il banchiere viene arrestato mentre lo sceriffo concede a Ringo di consumare la propria vendetta contro i responsabili del delitto di cui era stato accusato e di fuggire oltre confine con Dallas per ricostruirsi una vita. La scena finale mostra i due allontanarsi, con il carro nel deserto, da quella civiltà, dalla corruzione che la caratterizza e dai falsi valori morali di cui è impregnata, per vivere in un luogo lontano dai pregiudizi.
Non è più, quindi, un eroe solo che si avvia verso la natura selvaggia, ma è una coppia, il simbolo di una rinascita, di un nuovo mondo utopico. Qualcuno ha visto un parallelo con l’Odissea, paragonando Lordsburg ad una novella Itaca, l’eroe fordiano a quello omerico.
Il film che uscì nel 1939, segnò il ritorno di Ford al western dopo 13 anni e diede notorietà a John Wayne, costituisce un atto di accusa verso l'epoca precedente a Roosevelt, contro l'ipocrisia sociale e l'emarginazione nei confronti dei più deboli, gli esclusi dalla società, che non a caso sono gli autentici protagonisti del film.
La sceneggiatura affonda le sue radici in un racconto di Guy de Maupassant, scritto nel 1880, dal titolo “Palla di sego” (uscito in Italia nel 1911 con il titolo “Palla di lardo”). Il racconto narra la storia di dieci persone in fuga da Rouen, invasa dai prussiani, su una carrozza diretta a Dieppe: tre coppie di coniugi, specchio di diverse classi sociali (commercianti, ricchi borghesi, nobili), un rivoluzionario repubblicano, due suore e una procace prostituta soprannominata “Palla di sego”, inizialmente, mal tollerata e disprezzata dal gruppo…
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